Foto di Roberta Cibeu

Roberta Cibeu

Sono Roberta Cibeu, designer classe 1974, cresciuta a Trieste, tra roccia e mare — una metafora perfetta di me: solida e sfrontata ma fluttuante, artistica e fragile allo stesso tempo.
Ho vissuto per una decina di anni all’estero, dove ho studiato e approfondito gli studi artistici.
Ho amato Città del Messico, tanto affascinante quanto pericolosa, come quella parte di me che mi sono sempre portata dietro, ferocemente attratta dalle persone che avevano qualcosa da raccontare e dagli oggetti bizzarri, capaci di assorbire vecchie storie di case e di famiglie.

Occhio stupefatto con colori giallo e fucsia

Le origini

Da dove arrivo

Ricerco fin da quando ero bambina tutto ciò che ha un vissuto, che si può maneggiare, adattare, aggiustare e trasformare. Il mio primo sacchetto di tesori conteneva piccoli scampoli di tessuti preziosi che il patrigno di mia madre, sarto d’alta moda per signore, mi regalava durante le mie sporadiche visite alla sua sartoria. Ricordo il lungo tappeto di velluto rosso e lo scricchiolio del parquet sotto ai miei passi da bambina lungo l’enorme corridoio della sua sartoria, all’ammezzato di Via San Nicolò, la strada degli atelier di lusso di Trieste.

Una mano in stile pop in bianco e nero che scrive con una penna

La famiglia e l'immaginazione

Infanzia, spigoli e fantasia

Gattino in stile pop/stampato seduto con collare con pendaglio a cuore.

Io e la mia famiglia non abbiamo vissuto nell’agio, ma, in un certo senso, posso dire che non mi è mancato nulla. Mio papà era un uomo vecchio stampo, un gran lavoratore, mia mamma una donna di casa perfetta. Ci si faceva bastare quel che passava il convento, come si diceva a casa, ma passavamo tutta l’estate in campeggio in Croazia, ben stivati in una vecchia roulotte.

Questo clima di severità e di pochi fronzoli durante l’inverno e di piena gioiosa libertà estiva accendeva la mia fantasia. Lì diventavo una famosa attrice, la prima astronauta, un’agile circense, una soubrette, una ricercatrice di tesori. Il vero sogno, non una tra le tante fantasie, ma il mio più intimo desiderio, inconfessabile perfino a me stessa, era quello di fare l’artista.

Mano peace and love in stile pop blu e fucsia

Fragilità come forza

Fragilità, arte, coraggio

Pur crescendo in una famiglia dove rivelare la propria parte emotiva e fragile era un tabù, ho sempre creduto che proprio quelle fragilità potessero diventare, un giorno, la mia forza e che, “da grande”, avrei creato qualcosa di nuovo, capace —
nel suo piccolo — di cambiare il mondo.

Ho imparato a osservare le persone per captarne gli umori e scavato nel mio intimo per comprendere cosa muove le persone e il loro comportamento. Sarà per questo che mi attirano le cose un po’ storte, rotte, strambe, proprio come quelle fragilità che spesso cerchiamo di nascondere.

Forse perché nelle mie ho dovuto imparare a nuotare per anni: convivere con la tendenza a scivolare nella depressione mi ha insegnato che l’arte non è un passatempo, ma un gancio a cui aggrapparmi, una forma di terapia e che se mai avessi avuto il coraggio di esporla, avrei liberato un lungo respiro di sollievo e con la mia ironia avrei portato cura.

Occhio chiuso in stile pop carta stampata. Occhio blu e lacrima gialla

La mia pratica artistica

Creare, riparare, respirare

Cercare oggetti mi permette di fantasticare, creare mi fa respirare, restaurare il mio fastidio, condividere chiude il cerchio.

Mano arancione con unghie fucsia fluo che scrive con un penarellone. Tutto in stile pop

Tra collage, stampa Risograph, ricamo moderno su fotografie e mixed media, il mio lavoro guarda spesso al passato per rileggerlo, smontarlo e ricostruirlo in qualcosa di più lieve, più vero e più sano. Molte persone mi affidano le loro immagini di famiglia da trasformare: ricordi difficili, nostalgie da addolcire, amori da custodire. Ogni intervento è un piccolo rito di riparazione.

Dal progetto MOSTRI113 a gnegnegne.design

MOSTRI113 e la mia crescita

Dopo l’esperienza di MOSTRI113 — progetto dedicato alle paure delle bambine e dei bambini, alla loro trasformazione e sviluppo — ho sentito il bisogno di uno spazio che contenesse il mio mondo di donna cresciuta, non più solo di figlia, madre, consulente o amica. Mi serviva un luogo che mi contenesse tutta: chiaroscuri, femminismi, bizzarrie, fragilità, il vecchio, il nuovo e quello che ci sta in mezzo, l’ironia e pure il sarcasmo.

In poche parole la Libertà.

Gatto certosino con coroncina in stile pop

La nascita dello Studio

Benvenuto nella mia wunderkammer

Mano arancione con unghie fucsia fluo che scrive con un penarellone. Tutto in stile pop

Così nasce gnegnegne.design, il mio concept shop e studio in Cavana, a Trieste: un luogo che somiglia a una wunderkammer sospesa tra passato e futuro. Qui trovi oggetti ricercati, opere uniche, idee che fanno rumore. Qui convivono le mie fragilità e la mia parte più giocosa. Qui metto insieme tutto quello che sono, senza chiedere il permesso.

Qui chiunque può sentirsi in uno spazio sicuro.